Il piccolo Hans - anno XX - n. 79/80 - aut./inv. 1993-1994

e per compensazione rispetto all'opacità dell'apparenza che viene offerta al mondo esterno; se essa è responsabilità, coscienza in senso morale oltre che conoscitivo, «imputabilità» kantiana, ciò nasce dalla non immediatezza dei suoi atti, dalla possibilità della premeditazione. Se infine c'è unificazione cronologica, questa deriva dalla possibilità di staccare in un certo senso la «presa diretta» del presente, di «anticipare» e di «richiamare» altri stati temporali. Qualche altro sintomo letterario di questo spostamento che cerchiamo di individuare ci aiuterà a comprendere meglio. Nella Genesi il primo momento che possiamo definire «romanzesco», cioè organizzato secondo uno schema psicologico, in cui si riconoscono personaggi, intenzioni, insomma una trama non puramente teologica e anche il primo abbozzo di un dialogo interumano, è la prima avventura di Abramo dopo la chiamata divina (Gn. 12, 10): Or venne una carestia nel paese e Abram discese in Egitto per soggiornarvi, perché la carestia gravava sul paese. Quando fu sul punto di entrare in Egitto, egli disse a Sarai, sua moglie: «Certo, tu sei una donna di aspetto avvenente. Quando gli Egiziani ti vedranno, diranno "Costei è sua moglie!" e uccideranno me, ma lasceranno te in vita. Di' dunque, te ne prego, che sei mia sorella, affinché mi facciano del bene per causa tua e la mia vita sia salva per causa tua». Difatti, quando Abram arrivò in Egitto, gli Egiziani videro che era molto avvenente. La osservarono gli ufficiali del Faraone e ne fecero le lodi al Faraone, e così la donna fu presa e condotta nella casa del faraone. Intanto Abram fu trattato bene a causa di lei; e gli furono dati greggi, armenti ed asini, schiave e schiavi, asini e cammelli. Ma il Signore colpì il Faraone e la sua casa con grandi piaghe per il fatto di Sarai, moglie di Abram. Allora il Faraone 183

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