Il piccolo Hans - anno XX - n. 79/80 - aut./inv. 1993-1994

gni di Odisseo e si addormenta sazio, l'eroe avrebbe la tentazione di ammazzarlo subito, ma subito si rende conto (ancora una volta da solo, senza aiuto divino) che non potrebbe più uscire dalla grotta; e dunque decide di aspettare. E io pensai nel mio cuore magnanimo d'avvicinarmi e la spada puntuta dalla coscia [sguainando piantarla nel petto, dove il fegato s'attacca al [diaframma, cercando a tastoni; ma mi trattenne un altro [pensiero. Infatti noi pure là perivamo di morte terribile: non potevamo certo dall'alta apertura a forza di braccia spostare l'enorme roccia che vi [stava addossata. Così allora gemendo aspettammo l'Aurora [lucente18 • Insieme al futuro dei progetti, infatti, anche il passato dell'esperienza è disponibile all'eroe fornito di metis. Lo vediamo bene proprio nel brano che stiamo analizzando. Per convincere il cuore a sopportare la rabbia, il soggetto di Odisseo ricorda un momento del passato e commisura le due situazioni - quella di un tempo e l'attuale - in maniera esplicita. La presenza, in seno al tempo presente del futuro e del passato come dimensioni di progetto e di identità è uno dei temi dominanti nell'analitica esistenziale di Heidegger e in genere nella concezione del tempo che deriva dalle analisi husserliane. Si legge per esempio nel paragrafo 79 di Essere e tempo19 , Nella misura in cui calcola, fa piani, provvede, previene, l'Esserci dice già sempre, esplicitamente o no: «poi» accadrà questo, «prima che» quello sia stato sbrigato, «ora» deve essere rifatto ciò che «allora» non andò a buon fine. Possiamo insomma dire di avere già trovato in Ulisse 181

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