Il piccolo Hans - anno XX - n. 79/80 - aut./inv. 1993-1994

Knight con piacere e con profitto, a volte rimanendone stupito e profondamente turbato. Sono conclusioni ovvie, ma è anche ovvio che bisogna continuare a trarle. Quasi tutto quello che si scrive, si pubblica e si loda come scrittura in versi oggi negli Stati Uniti non arriva nemmeno ad essere vera e propria versificazione, figurarsi se è poesia. È effetto di dattilografia, di wordprocessing. Generalmente non è che insinuante retorica o risentimento sociale. Proprio come quasi tutto quello che chiamiamo critica di fatto è solo giornalismo. I. O coinvolgimento nei «piaceri più facili», come li definisce lei. Quali sono questi piaceri più facili? B. Riprendo questo concetto dal mio amico e contemporaneo Angus Fletcher, il quale a sua volta lo riprende da Shelley e da Longino. È evidentissimo come determinati scrittori offrano soltanto piaceri più facili. Provi a paragonare due autori assolutamente contemporanei, Harold Brodkey e John Updike. Updike, come una volta ho scritto, è un romanziere minore con uno stile di prim'ordine. Uno stilista meraviglioso, veramente notevole. Ho letto molti dei suoi romanzi e quello che preferisco è The Witches ofEastwick. Ma mi sembra che in genere egli si specializzi nei piaceri più facili. Sono piaceri genuini, ma che non pongono una sfida all'intelligenza. Brodkey, forse in maniera un po' imperfetta, rappresenta questa sfida a un livello assai più degno di considerazione. Thomas Pynchon, mi pare, offre piaceri difficilissimi, sebbene non nelle sue ultime cose. In effetti non sono convinto che abbia scritto lui Vineland. Pensi al più forte dei romanzieri americani dopo Melville, Hawthorne e James. Non può che essere Faulkner. Pensi alla differenza tra Faulkner al suo meglio assoluto, in As I Lay Dying, e al suo peggio assoluto, in A Fable. A Fable non è nient'altro che piaceri più facili, forse quelli che offre addirittura non sono nemmeno piaceri. È così facile da diventar volgare, disgustante, e non procura alcun piacere. As I Lay 158

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