Il piccolo Hans - anno XX - n. 79/80 - aut./inv. 1993-1994

gnanti si annoieranno mortalmente di tutto il lavoro tecnocratico e socioassistenziale ora in corso. Ci sarà un ritorno ai valori e ai desideri estetici, oppure semplicemente queste persone faranno un uso diverso del proprio tempo. Trovo che in quello che fanno adesso c'è un bel po' d'ipocrisia. È defatigante imbattersi da ogni parte in miti che si chiamano "La responsabilità sociale del critico" o "La responsabilità politica del critico". Preferirei entrare in libreria e vedere un libro intitolato "Le responsabilità estetiche dello statista", o "Le responsabilità letterarie dell'ingegnere". La critica non è né un programma di risanamento sociale né un motore di cambiamento sociale. Non vedo come potrebbe esserlo. Se si cerca un esempio significativo di critico radicale socialmente impegnato, ottimo è quello di William Hazlitt. Ma l'attivismo sociale di sinistra non condiziona minimamente, in lui, il giudizio estetico; egli non vuol fare della letteratura immaginativa una macchina da rivoluzione. Non c'è gran differenza tra Hazlitt e Johnson, nella loro risposta estetica a Milton, sebbene il dottor Samuel Johnson si collochi politicamente molto più a destra e Hazlitt sia ovviamente un grande entusiasta della Rivoluzione francese e del radicalismo inglese. Ma sulla scena attuale non ritrovo granché del temperamento hazlittiano o johnsoniano nella vita e nella letteratura. È tutto tanto noioso. Tutti sono così atterriti, dentro e fuori le università, all'idea di esser definiti razzisti, o sessisti, che quando si tratta di cose scritte da neri, da persone di origine ispanica, o in molti casi semplicemente da donne, finiscono col farsi conniventi - in senso attivo o passivo - col pressoché totale crollo di ogni criterio di giudizio estetico. I. Questo movimento ha tuttavia il merito di aver contribuito a focalizzare l'attenzione su alcuni grandi romanzi. Per esempio, lei è un ammiratore di Invisible Man di Ralph Ellison. B. Ma si tratta di un'eccezione rara, rarissima. Cosa c'è 145

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