dine la radice della sintonia profonda nella quale la mente del viaggiatore moderno si sente nei confronti di quello stile medievale. Il medievale e il moderno si saldano così direttamente, escludendo la fase rinascimentale. Il gotico ha introdotto come suoi elementi caratterizzanti una tale ricchezza di particolari, una tale loro infinita ripetibilità e combinabilità, che quasi essi si scorporano dalla fabbrica nel suo complesso, e sollecitano partitamente gli occhi dell'osservatore ricomponendosi nella sua mente in un'immagine ideale. Non diversamente dalle lettere alfabetiche su una pagina stampata. Questa intensa e minuta decifrabilità di ogni costruzione gotica veneziana emoziona Ruskin, e rende insaziabile il suo sguardo. Storicamente, l'architettura gotica è quasi contemporanea all'invenzione e alla diffusione della stampa, con la conseguente radicale semplificazione degli stili grafici e l'accresciuto automatismo di lettura e di combinazione dei caratteri che ne derivò. E in fondo anche il neo-gotico ruskiniano nasce da un atto di lettura: lettura dei «Gotic Types», di quella scrittura sommersa i cui caratteri architettonici, volumetrici e coloristici, invece che astrattamente grafici, Ruskin impara a compitare a Venezia. In Sesame and Lilies egli nota come l'età moderna «abbia bisogno di un in più di sensazioni», quale solo la lettura può dare. Supera così, pur ovviamente non scartandola, la concezione tradizionale di una lettura modellizzante, che interroga il libro come un'autorità che dal passato si affaccia sul presente, dominandolo, e intravede nella lettura un'esperienza di discesa dentro se stessi. L'occasione di un atto psicologico originario, diremmo noi. In The Stones of Venice la lettura è elevata a modalità primaria e fondante dell'atto percettivo: tutta quell'opera monumentale è percorsa e segnata dalla scoperta che anche un edificio può essere entertaining, al pari di un libro o di una conversazione. L'edificio veneziano ha in sé 126
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