Il piccolo Hans - anno XX - n. 79/80 - aut./inv. 1993-1994

La casa della critica «Ho innalzato un monumento più duraturo del bronzo, più alto del regale sito delle Piramidi»: così Orazio, volgendo lo sguardo sulla propria opera compiuta, inaugura la metafora architettonica destinata nei secoli a divenire quasi un correlativo oggettivo dell'immaginazione critica al lavoro. La poesia doppia se stessa in un'immagine spaziale. Si pensa come volume, architettura. Non solo edifica ma interpreta, quella House Beautiful - quella Casa Bella, o della Bellezza - alla cui edificazione, come dirà Walter Pater diciannove secoli dopo, collaborano le menti creative di tutte le generazioni. Illuminare alcuni significativi passaggi, nei quali un'immagine di luogo, in particolare di luogo edificato, offre a un poeta, a un romanziere, a un saggista, questa mediazione autoriflessiva - questa via d'ingresso sarebbe forse più esatto dire - alla propria opera, vuol essere il senso del mio scritto. Ne restano invece escluse le metafore spaziali-architettoniche, pur ovvie, soggiacenti a denominazioni critiche quali struttura, trama, plot, punto di vista; o di metodologie critiche, quali strutturalismo, post-strutturalismo, decostruttivismo, decostruzionismo ed altre simili. 118

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