al contrario è perché un determinato pezzo, nelle spartizioni rituali, è legato a una certa funzione che risulta poi associato a quel certo significato simbolico? I grandi pagu pilan sono così interessanti perché in essi si profilano dei problemi comuni anche ad altre società per quanto riguarda la concettualizzazione dei sistemi di rappresentazione simbolica legati ai rapporti sociali: come avviene il passaggio da tre a quattro partecipanti? La loro complementarietà deve esprimersi nell'uguaglianza o nella gerarchia? Benché la società Bunaq dell'alto Lamaknen sia una società gerarchica, una certa corrente egualitaria l'attraversa al vertice: i racconti delle genealogie mitiche sulle quali ora non possiamo soffermarci, sono costruiti in modo da provare da un lato una superiorità dei Bunaq in rapporto alle altre popolazioni, in quanto sono tutti «figli del cielo e della luna» e discesi dal cielo, cosa che, in altri luoghi di Timor, vale solo per i nobili; e dall'altro un'uguaglianza fra i principali lignaggi fra gli antenati dei tre primi signori, e poi fra i bein goniqil, i quattro signori di Lamaknen. È interessante notare che questa uguaglianza ha dovuto passare attraverso la spartizione di parecchi oggetti simili, bambù o bufali, in modo da affidare a ciascuno lo stesso elemento, simbolo della loro uguaglianza gerarchica. Pertanto ciascuno dei tre signori, e poi dei quattro, riceveva un pezzo diverso, il che avrebbe potuto significare la preminenza di uno di loro, di quello cioè che riceveva la parte più importante (ma quale: la testa o il filetto?). I miei informatori potevano spiegare che questa preminenza era passata a Gewal, al quale toccava sempre una parte mediana. È difficile attribuire una superiorità a uno degli elementi quando la loro rappresentazione rimanda all'immagine di quattro pilastri che sostengono un edificio. Notiamo semplicemente che in altri luoghi dell'Indonesia questo problema è stato risolto introducendo un centro coordinatore e superiore che trasforma i 109
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