se della spalla e gli altri dato gol ricevono un pezzo d'osso qualunque. Tutte le casate plebee sia ad Abis che a Dirun ricevono solo gubu giwiq «della carne e della pelle». Tutti questi esempi dimostrano quanto sia difficile stabilire un codice di relazione fra una parte del corpo e il suo destinatario. Alcune associazioni si spiegano facilmente; così è facile capire perché, nelle feste della casa, il bacino, osso che sostiene il luogo della gestazione, venga offerto agli antenati, ma l'assegnazione di questo osso nelle spartizioni politiche è meno chiara. Nello stesso modo può apparire evidente che la testa sia assegnata a coloro che parlano, così come nei grandi rituali su altari importanti viene data ai «maestri della parola», che recitano le genealogie mitiche per almeno ventiquattr'ore filate. In questa medesima logica il capo maschio di Dirun, portavoce del signore femmina, riceve la testa degli animali sacrificati; però Dirun è l'unico villaggio in cui mi è stato segnalato questo. Ma chiaramente l'attribuzione della testa a Lakmaras al tempo del primo pagu pilaq con bufalo non rientra in questa logica. O è più legittimo giustificarla col principio che la testa viene associata alla preminenza della «base» considerata come origine, così come abbiamo prospettato prima? Senza dubbio è questo stesso principio che potrebbe spiegare l'importanza del filetto offerto al Signore con un solo occhio e un unico orecchio, e quindi questo filetto non viene privilegiato nelle spartizioni politiche. Più curiosa ancora è l'inversione di significato e senso relativi al pezzo indicato con l'espressione holat bul: testa di femore assegnata al signore di status superiore a Mutul, base della zampa, cioè garretto, assegnata a un personaggio di rango inferiore a Dirun. Non possiamo fare a meno di porci le seguenti domande. È a causa del significato simbolico assegnato a una certa parte del corpo animale preso in se stesso che questo pezzo è attribuito a una o altra persona dell'aldilà? O 108
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