Il piccolo Hans - anno XX - n. 78 - estate 1993

suo, traligna (degenerat) quando la sua natura deve assimilarsi alla sostanza da cui trae alimento23 Anche nel caso di Livio si è ipotizzata la ripresa, nel passo citato, di spunti posidoniani. Ma non è un'ipotesi necessaria, se si considera che l'idea di degenerazione esposta a proposito dei Galati, anche a prescindere dalla teoria geoclimatica, doveva risultare del tutto verosimile e pressoché ovvia al lettore di Livio. Il disprezzo per la degenerazione era connesso, infatti, al motivo dell'autoctonia etnica, che nella valutazione corrente dei Romani si connetteva alla tradizionale ideologia nazionalistica, non senza implicazioni di carattere mitico e religioso. Significativa, a questo proposito, appare l'insistenza con cui Tacito sottolinea l'autoctonia delle popolazioni germaniche: il motivo è funzionale all'operazione che Tacito propone con la Germania, nella quale l'immagine degli incorrotti e primitivi costumi dei Germani rinvia, sullo sfondo della corruzione prevalsa fra i Romani, alle origini incorrotte della stessa Roma. Anche in Tacito, comunque, il contesto in cui è rilevata l'autoctonia dei Germani è quello fornito dalla teoria geoclimatica: accolgo l'opinione di coloro che ritengono che le popolazioni germaniche non si sono corrotte mescolandosi con popolazioni diverse, ed hanno conservato così intat\a e sempre uguale a se stessa la propria identità. E per questo che i loro tratti somatici sono sempre gli stessi nonostante il gran numero di individui di cui esse sono composte: occhi cerulei e feroci, capelli biondastri, corporature massicce, ma adatte soltanto all'assalto, e di non pari prestanza nelle fatiche e negli impegni prolungati; di assai poca resistenza alla sete e al caldo, sono invece abituati, dal clima e dalla natura del paese, a sopportare il freddo e la fame24 . L'accento è posto, in questo caso, sulla purezza della 84

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