Il piccolo Hans - anno XX - n. 78 - estate 1993

Galli, ripropone innanzitutto un luogo comune dell'etnografia posidoniana, quello per cui i popoli settentrionali combatterebbero con molto impeto, ma sarebbero dotati di scarsa resistenza: ormai lo sappiamo per esperienza: se si riesce a reggere al primo assalto che essi sferrano col loro carattere bollente e la loro furia cieca, poi le membra si sciolgono nel sudore e nella fiacca, le armi cadono di mano; sole, polvere, sete, anche senza che si muovano le spade contro di loro, ne abbattono il fisico fiacco, e gli spiriti non meno fiacchi, appena è sbollito il furore22 . Si tratta, sostanzialmente, della stessa fenomenologia che caratterizza il comportamento dei Cimbri in Plutarco. Per sminuire ulteriormente il valore dei Galati Volsone rileva, ulteriormente, l'attenuazione, nei Galati, dei tratti tipicamente gallici e «nordici», in seguito al loro stanziamento in un'area del tutto diversa da quella d'origine: i nostri avi avevano da fare con dei Galli di razza (haud dubiis Gallis), nati nella loro terra; questi sono ormai tralignati (degeneres), imbastarditi (mix_ti), e veramente Gallogreci, come li chiamano. E come nelle piante e negli animali: non tanto la generazione (semina) giova a conservare le qualità della razza (ad servandam indolem), quanto le proprietà del suolo e del clima (terrae proprietas caelique) sotto il quale si allevano. I Macedoni, signori di Alessandria in Egitto, Seleucia, Babilonia e altre colonie sparse sulla terra, si sono imbastarditi (degenerarunt) diventando Siri, Parti, Egiziani; Marsiglia, situata in mezzo ai Galli, ha preso dai popoli vicini abbastanza del loro carattere (traxit aliquantum ab accolis animorum); ai Tarantini che cosa è rimasto della rigida e dura disciplina spartana? Qualunque essere nasce nel suo ambiente è più genuino; trapiantato in terreno non 83

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