Il piccolo Hans - anno XX - n. 78 - estate 1993

questo caso, in Posidonio. Nelle Vite parallele Plutarco tratta della sconfitta inflitta ai eimbri dall'esercito romano guidato da Mario, e fra i fattori della sconfitta rileva il disagio recato ai eimbri dal clima estivo trovato in Italia: «costoro erano avvezzi a resistere piuttosto ai geli, ed erano cresciuti in paesi ombrosi e freddi,... quindi furono depressi dal caldo, emanavano dal corpo molto sudore, ansimavano e tenevano gli scudi davanti al viso»21 . Fonte di Plutarco è certamente Posidonio, che aveva trattato la vicenda dei Cimbri e dei Teutoni nelle sue Storie; la descrizione rivela come la scarsa resistenza al caldo fosse considerata, più che un problema di abitudine, una caratteristica costituzionale dei popoli settentrionali, con precise manifestazioni somatiche e psicologiche che trovano riscontro nel modello esplicativo che abbiamo visto illustrato da Vitruvio. L'immagine dei Cimbri sfiniti dal caldo, in opposizione all'esperienza militare romana, in grado di esplicarsi alle latitudini più diverse, confermava ovviamente l'ideologia della collocazione intermedia di Roma, e della sintesi ottimale nella quale i Romani si identificavano. Ulteriori elementi sulla teoria della degenerazione connessa all'etnografia geoclimatica, sono ricavabili dalla discussione intorno al caso dei Galati, popolazione celtica stanziatasi, nel III sec. a.e., in Asia Minore. L'affinità fra Galati e Galli era ben nota ai Romani, che disponevano di notizie storiche dettagliate sullo stanziamento dei Galati, e che potevano anche rilevare l'affinità delle lingue parlate dai due popoli; ancora Girolamo, nel IV sec. d.e., attestava che i Galati parlavano una lingua affine a quella dei Galli. Della questione si occupa Livio, trattando della campagna contro i Galati condotta nel 188 a.e. dal console en. Manlio Volsone. Dopo aver rievocato, in un breve excursus, la storia dei Galati, Livio riporta il discorso con cui Volsone, prima della battaglia, avrebbe incoraggiato i propri soldati. Volsone, che assimila senz'altro i Galati ai 82

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