Il piccolo Hans - anno XX - n. 78 - estate 1993

corporatura sia più massiccia e il tono della voce più grave. È per questo che nel settentrione le popolazioni sono caratterizzate da statura alta, carnagione chiara, capelli lisci e biondi (rufi), occhi azzurri e sangue reso abbondante dalla ricchezza di umore e dall'aria fredda. Invece le popolazioni vicine all'equatore, sottostanti l'orbita del sole, sono caratterizzate da corporatura minuta, carnagione scura, capelli crespi, occhi scuri e scarsità di sangue»13. Alla definizione dei tratti somatici tipici delle diverse popolazioni, l'etnografia antica univa quella delle caratteristiche «psichiche» e culturali: le popolazioni settentrionali sarebbero caratterizzate da propensione all'azione e alla guerra, ma anche da pigrizia mentale e da scarsa intelligenza, mentre quelle meridionali, inadatte alle armi e di scarsa potenza, sarebbero dotate di intelligenza, versatilità ed ingegno; Vitruvio rileva come il modello adottato spieghi l'apparente paradosso per cui al clima freddo corrispondono temperamenti «caldi»: non c'è da meravigliarsi del fatto che l'aria calda renda più acuta la mente degli uomini, mentre quella fredda la rende più tarda. I popoli meridionali, dotati di acuta intelligenza e di accortezza pronta nelle decisioni, non sono in grado di affrontare impegni che esigono coraggio in quanto il loro ardore è disseccato dal sole; coloro che nascono nelle regioni fredde, diversamente, sono più coraggiosi in battaglia e non provano paura, ma attaccano anche senza riflettere, essendo poco intelligenti, e desistono dalle loro stesse decisioni, per poca accortezza14. La teoria geoclimatica godette di una fortuna considerevole in età romana, e fu ripresa non solo dall'intera tradizione storiografica (da Livio ad Ammiano Marcellino), dalla trattistica (dal citato Vitruvio a Seneca), o ancora dalla divulgazione scientifica (del tipo di Plinio il Vecchio), ma anche dalla tradizione poetica, nella quale la 78

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