le radici storiche e culturali del razzismo moderno, con sondaggi che hanno allargato l'indagine all'età ellenistica e a quella romana, investendo problemi specifici quali quello dell'ebraismo2 , o quello dell'atteggiamento nei confronti delle popolazioni di colore3 • La questione, nel complesso, ha rivelato sfaccettature diverse, con un ampliamento notevole delle problematiche interessate, rispetto ai termini in cui essa si poneva qualche decennio fa: sintomatici, in questo senso, erano apparsi già gli esiti del dibattito organizzato all'inizio degli anni '60 dalla Fondazione Hardt4; un approccio di tipo antropologico, assai promettente, è stato al centro di un convegno svoltosi nel 1989 a Siena5 • Scarsa attenzione, nella messa a punto di questo arco di problemi, è stata finora prestata ai modelli esplicativi elaborati nell'ambito dell'etnografia antica (quelli che possono essere definiti, con un termine un po' abusato, i paradigmi prevalenti nella scienza dell'epoca) e al peso che essi possono aver avuto sul piano culturale, ma direi anche sulla percezione del fenomeno e sui comportamenti. È recente, del resto, la stessa indagine su quelle che possono essere definite le «scienze dell'uomo» del mondo antico, con la precisazione che si tratta di formazioni teorico-descrittive che non si distinguono, nel sistema del sapere degli antichi, dalle scienze naturali, pur presentando ovviamente implicazioni ideologiche6 • Significativo, a questo proposito, è proprio il caso dell'etnografia, che per la sua stretta connessione con l'astronomia, con la fisiologia e con la geografia fisica, si colloca trasversalmente, dal nostro punto di vista, rispetto alle scienze naturali e a quelle umane. Questa connessione vale, in particolare, per quello che conviene definire il paradigma "geoclimatico": in forza del quale i tratti fisiognomici, quello che oggi sarebbe definito il fenotipo, ma anche l'ethos, e quindi la cultura di una determinata etnia, sono determinati dal clima, e quindi, in ultima 75
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