Il piccolo Hans - anno XX - n. 78 - estate 1993

la storia un posto predominante rispetto ai personaggi. L'attenzione del narratore deve quindi concentrarsi sulla struttura del racconto, sullo scheletro che sostiene l'intera costruzione. «La fanciulla doveva avere uno scheletro mirabile, di una squisita bellezza» (SSG 151). Con queste parole Boris, protagonista di La scimmia (una delle Sette storie gotiche) descrive Athena, sua promessa sposa. La bellezza legata all'ossatura, il fascino che dipende dallo scheletro, è un altro tema che ritorna nei racconti di Karen Blixen. In Eantico cavaliere troviamo questo rapporto enunciato addirittura come legge generale dell'universo: «Dovrebbe essere facile, contemplando una danse macabre, individuare gli scheletri di coloro che erano stati in passato vere bellezze» (SSG 87). Boris si limita invece a fantasticare sullo scheletro di Athena. Il pregio di questo scheletro, paragonato a «un merletto di incomparabile valore» sta nell'avere «ogni osso al suo posto, amorosamente rifinito come le parti di un violino». Dopo aver costruito con ogni cura gli scheletri delle sue storie, Karen Blixen vede anche in se stessa uno scheletro amorosamente rifinito: «diventerò il più bello scheletro del mondo» ripeteva negli ultimi anni della sua vita. E a giudicare dal ritratto che ce ne ha lasciato Mario Praz, il risultato è degno delle sue storie. Così gli appare Karen Blixen in uno dei suoi soggiorni romani: Uno scheletro dagli stinchi fasciati di calze trasparenti, con gli occhi vuoti come succhielli, e un collo così scarso di carne da somigliare a uno dei teschi animati di Félicien Rops. Se la seduzione dipende dall'ossatura delle storie, qual è allora l'effetto che la «letteratura degli individui» esercita sul lettore? Il dialogo tra il cardinale e la dama risponde anche a questa decisiva questione. Ammiratrice 65

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