Il piccolo Hans - anno XX - n. 78 - estate 1993

uccidere il marito di Babette) sono solo i primi passi di questo lavoro, che modifica tutti gli elementi già presenti nelle poche righe dedicate al cameriere Jean. Karen Blixen sposta il luogo dell'azione: dall'albergo di una mondana località termale a Beerlevag, sperduto paesetto norvegese che «sembra un balocco», cui fa da contrasto la Parigi scintillante - ma sempre fuori scena - del Café Anglais. Poi ingrandisce la pesca matura di Jean alle dimensioni di un pranzo per dodici, i cui ingredienti, compresa una carriola di vini e un'enorme tartaruga, sono fatti venire apposta da Parigi. E infine concentra i molti servizi resi da Jean agli ospiti dell'albergo in una sola grande abilità: Babette è il più bravo chef della capitale francese, quindi, a quell'epoca, la migliore cuoca del mondo. L'articolazione di un altro nucleo tematico, anche questo già accennato in Gli invincibili padroni di schiavi, dà origine a Ehrengard. Axel è incantato dai rossori improvvisi che accendono le guance di Mizzi: Una cosa di lei lo affascinava soprattutto - che arrossisse così facilmente e con tanta intensità, per motivi suoi, a lui incomprensibili. A infiammarle il volto non era mai un complimento, o uno sguardo ardente, e nemmeno, alla fine di un walzer, una stretta delle sue dita sottili. (RI 141) Il rossore che rende Mizzi affascinante agli occhi di Axel non gioca ancora un ruolo precisonella struttura del racconto, tanto che viene accantonato man mano che la narrazione procede. Karen Blixen riprende questo dettaglio parecchi anni più tardi, ponendolo al centro di una narrazione completamente differente. Per costruire la sua storia, Karen Blixen riduce i ripetuti rossori di Mizzi a un'unica vampata, un'unica «montée de sang». I rossori di Mizzi erano immotivati, mentre il 57

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