Il piccolo Hans - anno XX - n. 78 - estate 1993

e carismatico, non ispira l'amore di nessuno, a parte le fatali e voraci passioni di Goneril e di Regan, che non a caso, sono mostri degli abissi. E Edmund non le ama, né ama nessun altro, e tanto meno se stesso. Forse Lear e Edmund non possono parlarsi perché Lear è disorientato dalla frustrazione del proprio smodato amore, e dall'odio nei suoi confronti, di Goneril e Regan, figlie perverse, come finirà per chiamarle. Al contrario Edmund non considera l'amore come un fatto naturale anche se esulta in maniera perversa della propria condizione di figlio naturale di Gloucester. Anche questo contrasto, tuttavia, non giustifica del tutto la strana sensazione che Edmund, in qualche modo, non appartenga al medesimo dramma nel quale troviamo Lear e Cordelia. Quando Goneril bacia Edmund (Atto IV, scena II, verso 24), egli accetta galantemente quel bacio come fosse alla lettera un bacio-di-morte, dato che la sua ironia è troppo grande per impedirgli di apprezzare il suo stesso pegno: «Vostro nei ranghi della morte11 ». Ancora più significativo è il soliloquio che chiude l'Atto I, scena I: 42 Aentrambe queste sorelle ho giurato il mio amore. Ciascuna diffida dell'altra, come chi è stato morso diffida dalla vipera. Quale delle due debbo prendere? Entrambe? Una? O nessuna delle due? Non posso avere nessuna delle due se entrambe rimangono vive. Prendere la vedova esasperata fino a farla impazzire sua sorella Goneril, e finché vive suo marito non potrò prendermi quest'altra. Per ora, dunque, useremo l'autorità di lui per la battaglia; dopo, quella che se ne vuole liberare escogiti il modo per liquidarlo alla svelta. Quanto alla misericordia che lui intende mostrare per Lear e per Cordelia, finita la battaglia, e loro nelle nostre mani, mai vedranno la sua grazia, perché a me spetta

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