Il piccolo Hans - anno XX - n. 78 - estate 1993

pendono le capacità riparative che permettono di elaborare il lutto e stimolano la creatività. Nel lavoro analitico con gli anziani questi aspetti della vita mentale sono, comunque, particolarmente significativi. Da un punto di vista leggermente diverso, ma non contraddittorio né escludente, ho cercato di mettere in rilievo in un'altra occasione (Canestri, 1989), che è possibile recuperare nell'opera di Freud un meccanismo differente da quello della riparazione. Si tratta della riconciliazione (Versohnung), cioè della possibilità dell'apparato psichico di armonizzare tra di loro le proprie istanze e di instaurare un adeguato rapporto tra la realtà psichica e la realtà esterna. Ciò si rivela fondamentale nella vecchiaia, se teniamo presente quanto detto prima circa la discordanza tra l'atemporalità del desiderio inconscio e la temporalità dell'apparato stesso. Un altro sentimento frequente di questo periodo della vita è il rimpianto per ciò che non si è potuto o saputo compiere. L a riconciliazione con se stessi implica anche l'accettazione di ciò che si è potuto fare, la riconciliazione con la realtà di ciò che si è e di ciò che si è stato. Questa riconciliazione, per essere attuata, presuppone un adeguato «processo di liberazione dal lutto». 5. Uno degli esempi più compiuti di consapevolezza della «prospettiva complessiva del ciclo vitale», di capacità di esperire la riconciliazione, di mutazione del soggetto è forse l'opera di Michel de Montaigne. Les Essais, la cui scrittura impegna gli ultimi vent'anni della vita di Montaigne (1572 - 1592), sono concepiti come un ritratto. L'annuncio "Al lettore", in testa alla prima edizione (Libri I e II), rivela a chiare lettere il disegno di costruire un ritratto del suo Io. Nel capitolo "De la praesumption" (II, XVII) si legge: «Si offre il proprio ritratto agli amici: perché non mi dipingerei io qui con la penna come altri si fanno disegnare con la matita? I miei saggi 25

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