Il piccolo Hans - anno XX - n. 78 - estate 1993

qui» era del tutto superata. Noi siamo al centro della realtà, ma questa si sposta con noi; noi vi facciamo il bagno dentro. Il soggetto sta nel cuore dell'oggetto; viene "bombardato" dal mondo. La soggettività modifica il metodo di pensiero e la percezione dello spazio: quando ci spostiamo, tutto scivola. Si tratta di una diversa concezione del soggetto e dell'oggetto, che io chiamo infrarealista. Non mi sono mai considerato un surrealista. Quando mi hanno escluso dal gruppo surrealista, mi dissero che ero un "materialista" e uno "scientista", prendendo a pretesto la mia "incompatibilità intellettuale" (risate), il mio essere rompicoglioni (risate). Devo farci un video, su questo concetto - la centralità del soggettivo -, che non ho mai abbandonato, fin dagli anni Quaranta. La forma è ciò che avvolge il "subitore" - "subitore" può essere definito chi subisce quello che il "presentatore" (l'artista) gli mostra. Le forme del mondo non ci stanno di fronte, come sarebbe su una tela o su uno schermo, ma sono tutt'intorno a noi. Se non si vede in questo modo, della realtà non si percepiscono che "briciole". Lichtenstein, il pittore newyorchese, ha detto: «Matta ci è stato molto utile, ci ha fatto pensare ai fumetti». Attenzione: si sente odore di bruciaticcio, e di regolamento di conti. Svelto: cambiare rotta. Matta parla poi dei pomeriggi domenicali passati nel suo studio di New York, sempre negli anni Quaranta (periodo di grandi innovazioni, oltre Atlantico, non solo in pittura, ma anche nella musica e nel cinema), a parlare con giovani pittori che si chiamavano De Kooning, Pollock e Motherwell (il quale a sua volta ha confermato), esortandoli ad abbandonare la "pittura moderna" accademica, per tuffarsi in acqua. Fecero proprio così. Matta s'innervosisce e cambia registro. Perde la pazienza per niente. Di lì a poco, vien fuori il suo personaggio 198

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