Il piccolo Hans - anno XX - n. 78 - estate 1993

lora a trovare Dalì, che, dopo aver visto qualche suo disegno a colori, trovò che questo giovane aveva talento. Dalì, a sua volta, lo raccomanda a un mercante di quadri. Indovinate quale? Quello che dirige la Galerie Surréaliste, in via Jacques-Callot. Dalì, forse per malizia o forse inconsapevolmente, aveva dimenticato di dirgli che si trattava di uno dei più grandi «veggenti» di questo secolo, l'inventore del Surrealismo. A questo punto - continua Matta - Breton guarda i miei disegni e mi dice: «Bisognerebbe che lei li rifacesse ad olio», ma io non sapevo come, non avevo mai dipinto su tela. Poi mi dice: «Ciò che lei fa è molto surrealista», e allora io gli ho chiesto: «Ma cosa vuol dire surrealista?» Breton, furioso per questa osservazione, che prende per una battuta o un insulto, mi restituisce i disegni e mi volta le spalle. Ma io, in effetti, non avevo mai sentito parlare del Surrealismo. Vivevo in mezzo a degli studenti o a degli architetti, e non avevo mai letto una riga di Breton. Poi, Breton disse a Dalì - che me lo riferì: «Ha del talento, quel giovane cileno che lei mi ha mandato, ma è proprio un rompicoglioni!» (risate). Matta farà di tutto, per lunghi anni, per meritarsi questo maestoso titolo di rompicoglioni, già elargitogli da Breton. L'abitudine a provocare, schermirsi, schivare, sviare, ha creato, fra lui e Breton, o qualche altro personaggio d'eccezione (Duchamp, Michaux, Cioran), una vera e propria complicità. «Estraneo [Etrange]. afferma, significa: Essere Angelo [E tre Ange] ». Un altro titolo glorificante, conferitogli da Duchamp, è quello di «pittore più intelligente della sua generazione» («Difficult to live up to», come si direbbe a New York). Dire «Non sono un pittore», in questo caso, avrebbe ancora un senso? Nessuna risposta. È un «segreto». Eppure Mat194

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==