Il piccolo Hans - anno XX - n. 78 - estate 1993

so se V. S. per la solita clemenza non hanno misericordia, li poveri homini rimarranno disfacti e moriranno di fame» (Lettera 1 45)16• Più in generale, il poeta I governatore si fa carico delle condizioni di povertà della gente di Garfagnana. Nel novembre 1 523, scrivendo al Duca a proposito della licenza di usufruire in altre parti del territorio di «tutte le castagne che hanno colte ne le selve lor proprie o in quelle che hanno condotte ad affitto», sottolinea: Prima ch'io abbia dato loro licentia ho voluto avisare vostra extia che questa provincia si trova in carestia, che ora il frumento si vende 20 bolognini il staiolo, assai minore del nostro staro di Ferrara, e le castagne, perché ne sono state pochissime, sono più in prezzo che siano anchora state, poi ch'io son qui, e già son fatti cinque o sei mercati, che in tutto non è comparso più ch'un sacco di grano (Lettera 129 )17 . E, nella stessa lettera, si consente di avvisare il duca piuttosto seccamente: «Se vostra ex1ia, inteso che habbia questo ch'io scrivo, sarà pur di volontà ch'io lasci portare fuori le castagne a tutti li sudditi lombardi suoi, io la ubidirà, ma questa provincia si affamarà di modo che di questo havrà poco obligo a vostra extia ,,_ E aggiunge a sostegno della forza delle proprie ragioni: «Queste prohibitioni ch'ho fatte sono a mio danno, ma ho preposto l'utile commune al mio, perché per ordine antico li commissari pigliano tre quattrini di ogni soma di roba da mangiare che va fuore»18 • Non sarà la sola volta che Ariosto rinunzierà a un privato guadagno per «l'utile commune». Né, tanto meno, la sola in cui egli farà apertamente presente al duca Alfonso come taluni suoi comportamenti nuocciano, o possano nuocere, anche gravemente al buon governo della provincia, e allo stesso «onore» del suo commissario. Ariosto si propone di essere un funzionario fedele, ma 184

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==