Il piccolo Hans - anno XX - n. 78 - estate 1993

di quarantaquattro anni, e il capo calvo da un tempo in qua sotto il cuffiotto acquatto (vv. 217-220) leggiamo nella Satira I, scritta tra il settembre e l'ottobre e dedicata al più giovane dei suoi fratelli, Alessandro, e al padrino del proprio figlio Virginio, Ludovico da Bagno, che si fingono già in partenza o già partiti per l'Ungheria al seguito del cardinale Ippolito. Il poeta, invece si era rifiutato di farlo, e la Satira ne motiva ampiamente le ragior:ti, offrendoci di sé, giunto ormai oltre il «mezzo del cammin» della sua vita (morirà sedici anni dopo, cinquantanovenne), e della sua esperienza di cortigiano di Ippolito, un ritratto che non solo giustifica la propria decisione, ma chiaramente l'attribuisce fondamentalmente, all'età: Ma se a voglier di novo avessi al subbio (cioè ricordando un verso del Canzoniere di Petrarca4, se avessi ancora davanti a me abbastanza tela da tessere) li quindici anni che in servirlo ho spesi passar la Tana ancor non starei in dubbio. (vv. 235-237) E, in questa Satira, le allusioni alla vecchiaia tornano ancora più volte: 176 ...in questa etade, col mal ch'ebbe principio allora forse, non si convien più correre per le strade. l'età di nostra matre mi percuote di pietà il core5 (vv. 154-156) (vv. 215-216) ma non sino al Danubbio, ch'io non ho i piei gagliardi a sì gran salto

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