Il piccolo Hans - anno XX - n. 78 - estate 1993

Per buona sorte - o meglio per l'efficienza delle cancellerie rinascimentali - le lettere scritte da Ariosto in Garfagnana ci sono state in larga misura conservate e rappresentano ben due terzi del suo non numeroso epistolario (soltanto 214 lettere in totale). Ciò consente di seguire abbastanza da vicino il suo operato in funzione di Commissario (o governatore), e offre testimonianza diretta dei suoi umori, delle sue difficoltà, dei suoi atteggiamenti nei confronti dei sudditi e della corte, dello stesso Duca Alfonso d'Este, signore dello Stato di Ferrara. Esse confermano - e si tratta di un dato di non secondaria importanza - la immagine che Ariosto dà di sé nelle Satire e in qualche componimento coevo: un'immagine che non solo ci consente una più ricca e precisa valutazione della sua personalità, ma, più forse di quanto non si sia rilevato, una lettura più attenta dello stesso Furioso, e della sua «moralità», la sua forte componente etica, coerente con la Weltanschauung ariostesca e con il suo significato nella «rivoluzione culturale» costituita dal Rinascimento. Le Satire, dunque. Per unanime riconoscimento della critica, senza nulla togliere alle Rime e alle Commedie, esse rappresentano al meglio, dopo, ovviamente, il Furioso, la figura poetica e umana di Ludovico Ariosto; anzi, e dell'uno e dell'altra completano e arricchiscono il quadro. Ma lasciamo, a questo proposito, la parola a uno studioso nostro contemporaneo che ad Ariosto ha dedicato molta della sua attenzione, Lanfranco Caretti: 174 nelle Satire... Ariosto ha voluto mettere lucidamente a fuoco alcuni temi interiori, alcune disposizioni personali (dignità e indipendenza, amore degli studi e della vita raccolta, ritegno e modestia, avversione ai vizi e alla corruzione delle corti mondane e divote), evitando la polemica scoperta e, troppo risentita, lo sfogo diretto e immediato. E evidente, dunque, che gli premeva smussare le punte e attenuare l'acrimonia, mirando a un discorso affabile e arguto (dietro cui avvertì la

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