Il piccolo Hans - anno XX - n. 78 - estate 1993

re (Cicerone: De Senectute). Per non parlare poi degli scritti che nascono dalla penna di Freud vecchio, lavori "culturali" che egli si sente autorizzato a intraprendere adducendo che ciò gli è consentito dall'età. Ma il problema non risiede, a mio avviso, nel dimostrare la creatività protratta nel tempo di alcuni vecchi famosi - di esempi in proposito se ne potrebbero trovare tanti - quanto nel riuscire a concepire la vecchiaia come un'età della vita. Sembra ovvio che la vecchiaia è, di fatto, la stagione terminale del ciclo vitale dell'uomo, ma qualcosa ci spinge a tralasciarla, a non concederle una dignità pari alle altre tappe del ciclo: l'infanzia, la giovinezza, la maturità. La vecchiaia appare, sempre e soltanto, come l'epoca del deperimento, dell'usura, delle perdite: perdita delle forze, della lucidità, del desiderio. Non si tratta di riproporre con Cicerone le quattro difese contro le accuse che si muovono alla vecchiaia, difese indubbiamente consolatorie, ma del fatto che nell'elencare con dovizia di particolari ciò che viene progressivamente a mancare mentre l'età aumenta, riecheggiando il Lord Jaques di Shakespeare - «Last scene of all, / that ends this strange eventful history, I Is second childishness and mere oblivion, / Sans teeth, sans eyes, sans taste, sans everything» - si finisce col perdere completamente di vista la specificità di un periodo del travaglio umano, sul quale non si sofferma più la meditazione. Lord Jaques, in As you like it (Atto II, Scena VII), rappresenta la malinconia, uno stato che molta letteratura attribuisce con disinvoltura alla vecchiaia; il rischio è quello di confondere una patologia specifica, magari frequente nella tarda età, con una caratteristica propria dell'età stessa. Shakespeare mette tuttavia bene in rilievo il fatto che questa «strana storia avventurosa», che l'uomo rappresenta nel palcoscenico del mondo, ha sette età («His acts being seven ages»), di cui l'ultima è la vecchiaia, a pari dignità con le precedenti. 16

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