Il piccolo Hans - anno XX - n. 78 - estate 1993

La psicoanalisi, la vecchiaia, e il metodo della diversione in Montaigne 1. Se l'infanzia è un'invenzione del secolo scorso - Borges l'attribuiva a Charles Dickens nella letteratura - la vecchiaia sembra essere stata rimossa e negletta dal nostro secolo. Il paradosso è tanto più evidente se pensiamo che negli ultimi cinquant'anni la vita media della popolazione nei paesi ricchi dell'Occidente si è praticamente raddoppiata. Arrivare a diventare vecchi, morire di vecchiaia, non è più, come ai tempi di Montaigne un «raro privilegio» (Montaigne, Les Essais, Livre I, Ch. LVII, "De l'aage"). E tuttavia la vecchiaia, in quanto specifica stagione della vita umana, non ha suscitato, in questo periodo storico, riflessioni paragonabili a quelle dei classici. La psicoanalisi stessa, disciplina contemporanea, non sembra aver concesso alla vecchiaia, almeno fino a non molto tempo fa, speciale attenzione. Anzi, l'età avanzata costituisce, tutt'al più, una controindicazione per intraprendere un'analisi. Freud, dimentico in questo caso della sua ammirazione per Sofocle, tralascia di sottolineare che questi, già molto anziano, chiamato in giudizio dai figli che cercavano di farlo dichiarare inabile, convince i giudici della sua intatta capacità mentale leggendo per loro l'Edipo a Colono, che aveva appena finito di compor15

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