Il piccolo Hans - anno XX - n. 78 - estate 1993

prima infanzia, Sestri Levante, e la riviera di ponente, l'arco del sole. Si tratta però di due cime, una più alta dell'altra (disegna con un dito in aria le due cime/'\_). Precisa però che le cime erano in realtà tre: esattamente la struttura che abbiamo chiamato dei «tre inizi»: la duplice cima e il secondo culmine minaccioso. Si avvicina con un'infermiera e a questo punto cessa la prospettiva aerea. Deve entrare come visitatore in un ospedale. L'ospedale, nascosto nel verde, le ricorda una scuola all'estero dove si è recata di recente. I colori sono vividi. La scena dell'ospedale le fa venire in mente la visita che fece all'obitorio alla bisnonna morta. Qualcuno le parlò di insetti. Si trova nel giardino dell'ospedale. L'infermiera la invita a spogliarsi, e lei lo fa in un battibaleno. Si trova senza vestiti e quello che vede di sé è la schiena che l'infermiera le sta massaggiando. Nel massaggio incontra un foruncolo, un brufolo nella divisione dei glutei a sinistra. Lei stessa prova la sensazione di toccarlo. Non vuole che le sia schiacciato o inciso. Vede poi la nonna (al presente malata all'ospedale) che è una maschera di dolore. Avrebbe dovuto accettare la stessa cosa per cui lei, la sognatrice, era lì. Appare anche la mamma, magra, le braccia abbandonate, in un'attitudine che in inglese si direbbe helpless. Alla fine sulla cima del monte, rivolta al mare, col sole che la illumina facendone risaltare la silhouette, scura, con le braccia alzate, la nonna. I tre culmini, come i tre monti della via crucis nell'iconografia cristiana, non trovano in Daria quel posizionamento esterno che permette la regolazione del rapporto del soggetto con le sue origini. Daria si spoglia dei suoi vestiti, ma sotto presta il suo stesso corpo all'incarnazione dei tre culmini della sessualità: tra i due glutei un bubbone colloca in prossimità della regione anale quello stes152

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