Il piccolo Hans - anno XX - n. 78 - estate 1993

viene addosso, dallo scontro dei colori scaturisce una possibilità di aprire una piccola breccia nel muro della negazione. Viviana sogna due scarabei bellissimi, sono uno rosso e uno giallo e hanno sul dorso dei disegni neri tipo cachemire che lei nel sogno ammira moltissimo. Dalle zampe escono ciuffi pelosi come spazzole. In un sogno di alcuni giorni dopo suo fratello la insegue sulla spiaggia e cerca di schiacciarla contro le cabine con un muletto, uno di quei carrelli che servono nei magazzini per mettere la merce negli scaffali, con una forca alla base. Lei si butta in acqua per salvarsi e pensa: Chissà se ho i pantaloni lunghi o corti, perché teme di bagnarsi. I pantaloni sono quelli lunghi neri cui tiene molto e lei si è bagnata fino all'inguine che indica con la mano. Torna a riva e vede uno scarabeo o scarafaggio. Lo guarda e vede che dalla bocca gli escono delle antenne con sopra delle palline. Sono presenti degli stranieri che le ricordano alcuni francesi in albergo l'ultima estate in Sicilia che uscivano ad ammirare gli scarabei che pullulavano sulla spiaggia. Dopo varie considerazioni dice che fa dei giochi col suo cognome. Uno zio, fratello del padre aveva detto che il loro cognome era di origine olandese. In Olanda infatti molti si chiamano Van Seeland perché vengono dalla terra del mare. Lei immagina che un pittore fiammingo nel rinascimento sia arrivato a Venezia e da lì abbia poi dato origine alla sua famiglia il cui cognome è lo stesso cognome marittimo italianizzato. Ha sempre invidiato una cosa a suo fratello, il fatto di aver ereditato dal nonno paterno l'unica cosa ereditabile, la capacità di disegnare e dipingere. Nella famiglia del padre, di generazione in generazione ci sono sempre stati dei bravi pittori. Il «muletto» è evidentemente un «caval135

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