Il piccolo Hans - anno XX - n. 78 - estate 1993

ni della coppia senza pagare il prezzo, come Jules e Jim, della redenzione cristiana, non sia da considerarsi accidentale e che il nazismo sia stato la risposta potente come il maglio mondiale dell'ortodossia sessuale a quella fragile, delicata operetta con i suoi due tulipani in un vasetto. D'altra parte, come dicevo, la ricerca della verità della propria vita in forma di ignominia accomuna persone di origine ebraica come le donne dei due sogni che ho prima raccontato, e persone che invece dall'ignominia della loro vita traggono la prova di potersi eleggere una origine diversa da quella che proviene dal godimento del padre che per essere nella loro storia troppo influente le spingerebbe verso gli estremi della sofferenza psicotica o del suicidio. Così una donna (come quella del caso di cui ha parlato Virginia Finzi Ghisi), tanto vicina al godimento del padre da annullare la distanza della propria nascita avvenuta diversi anni dopo la guerra e da mescolare i propri ricordi all'esperienza che il padre compì nelle file della lotta antinazista, ritorna continuamente in analisi sulla discussione che a un semaforo la vide insistere col padre fino allo stremo che il «rosso» non era veramente rosso: si avvicinava piuttosto all'arancione e tendeva al giallo. Molti anni dopo la morte del padre la donna riempie nei suoi sogni il bagno del padre di asciugamani gialli e intanto si dedica con passione esclusiva allo studio del tedesco mentre si butta in disastrose relazioni amorose con ragazzi ebrei che la trattano col disprezzo che si ha per i gojm. Un'altra donna, che da piccola è stata insidiata dall'uomo che dopo la morte del padre in uno scontro automobilistico si era unito a sua madre, pone un curioso piccolo problema al suo analista che me ne parla perplesso e un po' irritato in supervisione: pur non avendo da compiere per recarsi in analisi che un piccolo tragitto per il quale 125

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==