Il piccolo Hans - anno XX - n. 78 - estate 1993

sessuali infantili) e della finzione del romanzo familiare per rovesciarsi invece nella scelta violenta dell'esistenza della vagina. Come nel sogno di Pia, i vetri non sono quelli delle finestre, che qui non inquadrano scene primarie ma solo stati di tranquillità, ma delle bottiglie rotte, e stanno a significare nell'impossibilità del luogo della rappresentazione il crollo delle teorie sessuali infantili cui invano l'analisi ha tentato di porre rimedio. L'impresa del ripristino delle teorie sessuali infantili, in cui consiste il lavoro di un'analisi, è resa particolarmente difficoltosa dalla nevrosi di guerra in tempo di pace che tende a scaricarsi nell'organico, l'organico come malattia (è il caso di Daria, colpita da un'affezione mal definita all'apparato genitale che ha spezzato la continuità del suo lavoro in analisi e preparato le condizioni di una fuga) o l'organico come maternità (che è il caso di Pia cui è riuscito di far prevalere l'istinto di vita sul voto mortifero della madre cattolica, pagando tuttavia una volta incinta il prezzo della rinuncia a una propria piena realizzazione intellettuale). Le conseguenze della guerra riconducono alle materie disgregate del sangue (rosso) e dello sperma (giallo), che riescono solo a confrontarsi e a contrapporsi come se le origini possibili fossero due, distinte, ma entrambe interne. Due donne di origine «spuria» sono di fronte agli «apparati» della loro vita: apparato psichico, apparato sessuale. Rosso e giallo che «pavimentano» vagina e psiche, riconducono a un disegno piatto la barriera che il luogo della fobia altrimenti proietta nel volume delle stanze/ istanze separate. Le bottiglie paterne non sono piatte? No, ma il raso che le avvolge riconduce con i reticolati la terminologia dei bombardamenti: raso al suolo. In realtà le due donne non hanno casa, manca la costruzione che colloca l'origine del soggetto in una rappresentazione esterna. 123

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