mani una piccola casa e nel tagliarlo non in modo uniforme e indiscriminato, ma a strisce. Dopo una breve esitazione il sognatore si dice che l'impiego di questa macchina agricola rappresenta un progresso e una economia e decide di saltarci sopra e di accompagnarne il lavoro. Devo riconoscere di essere stato forse più indietro del mio paziente, indietro nell'approvare il lavoro della falce nel quale lo slancio pubescente della spiga si piega a riportare al suolo il disegno a strisce del godimento del padre. L'industriosità del mio più giovane antagonista, cui non sono estranee le voluptates agricolarum, gli consente di accettare le «ragioni della terra» e fare i conti con l'origine in modo da far svolgere l'opera spaventosa della mietitura (quella falciatura di mazzi di falli che appariva in un sogno al giovane psicotico cui mi riferivo a proposito del rimaneggiamento della nascita, una falciatura che si ritrova nella fantasia mai confessata di una donna di subire, legata, lo stupro di numerosi organi maschili uniti insieme in un fascio) in una forma, le strisce, che assomiglia alla disposizione della vite, appoggiata su file di pali di sostegno, in filari ben ordinati. Dall'entaphion all'engherama. Oppure, se usciamo dalla progettualità lineare dell'apparato psichico, potremmo dire dall'Inc all'Es, dal disegno ai colori. Ci sono aspetti della realtà psichica che solo il riconoscimento delle conseguenze della guerra permette di comprendere. Queste conseguenze non sono immediatamente visibili. Si riscontrano in una specifica forma di nevrosi che ho chiamato nevrosi di guerra in tempo di pace e che colpisce, come ho mostrato, a grande distanza di tempo da eventi bellici, persone che né vi hanno preso parte né ne sono state direttamente vittime. Dopo gli eventi drammatici del 1989, la caduta del muro di Berlino, alcuni di questi nevrotici mi hanno portato dei sogni in cui si arrendevano o ricevevano un documento di congedo. Ci sarebbero stati gli elementi per pensare al ripe112
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==