Il piccolo Hans - anno XX - n. 78 - estate 1993

da molti anni per A.) cui appartiene la vita che sopraggiunge. L'instaurazione del luogo della fobia, che avviene come sappiamo intorno ai quattro anni e che l'analisi permette di riattraversare, anche per effettuarvi eventuali riparazioni, questa grande instauratio consegue, con la divisione del grande vano unico in due locali, molteplici effetti tutti volti ad assicurare una sorta di sopravvivenza individuale. I morti vengono risospinti indietro. I vecchi possono anche morire. Anche i genitori possono morire. Il bambino sa di potercela fare o di poter cercare aiuto altrove. Al terrore della generazione subentra la presunzione di poter gestire le potenzialità riproduttive della sostanza vivente. Ci si fa forza delle «potenze psichiche» - pudore, disgusto, compassione, moralità- per incanalare le richieste della sessualità. Come il piccolo Hans, il bambino si convince di poter mettere in soffitta tanti bambini generati da lui e di poter chiudere con una barriera immaginaria l'apertura verso il luogo dei cavalli scatenati per aprirsi invece un piccolo varco segreto (il passaggio segreto) da attraversare a piacimento e da cui poter ritornare. È il meccanismo che nella religione ebraica prescrive in un certo periodo dell'anno (Pesach) di eliminare dalla casa ogni traccia di alimento lievitato (Chametz) e di consumare al suo posto solo il pane povero, non lievitato, (Matzà) di cui si nutrirono gli antichi padri nell'abbandonare la corruzione e la servitù d'Egitto. La differenza fondamentale tra Chametz e Matzà si coglie dal confronto tra le lettere ebraiche che compongono le due parole. Le lettere sono le stesse con la sola eccezione che Matzà contiene la lettera Hei i7 e Chametz la lettera Chèt n. «Queste lettere- ci fa notare il commento rabbinico - si assomigliano nella forma, avendo entrambe un'apertura in basso. Questa apertura allude al versetto "il peccato 109

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