Il piccolo Hans - anno XX - n. 78 - estate 1993

sturbare questo traffico celestiale. Una sorta di contrazione violenta ha prodotto il compattarsi di questa materia molteplice e il coagulo che ne è nato non ha colore né forma che non sia quella di una massa scura e tondeggiante. Questa massa è ciò che è divenuto il mondo sotto il fuoco della mèta genitale. Il compendio di ogni forma di nevrosi non può essere meglio espresso che in questo brevissimo sogno di una mia paziente: «Ho sognato una bambina che non aveva rapporto che con una palla». Il pensiero sottostante era il ricordo di aver strappato l'erba di un'aiuola per pulire una palla e di essere stata rimproverata da un vigile. La nevrosi è questo: avere le due mani impacciate da un glomerulo molle e vischioso e intanto spingere lo sguardo nella direzione di un progetto che vorrebbe riappropriarsi della variopinta realtà perduta. Ma lasciamo nuovamente parlare il sogno. È il sogno di una donna, ancora giovane, che ha recentemente acquistato un appartamento dopo averne visitato uno diverso che l'aveva colpita per gli aspetti riproposti dal sogno. È giunto il momento, dicevo, di mettere a posto l'appartamento di Firenze. Andavamo e vedevo che era tutta una costruzione sul tetto e mi attraversava questo pensiero fugace: «Oddio abbiamo preso l'altro!». Però cercavo di farmelo piacere ed ero prima nella parte superiore che usciva dal tetto, come a cupola. Eravamo io, mio marito e un architetto. E scendevamo una scaletta tutta verticale e dicevo: «Ma come farò tra qualche anno!». Scendevamo nella parte inferiore, che era sempre un po' incassata nel tetto. Il tutto era come un tram o un autobus a due piani. La parte superiore sporgeva dal tetto e l'inferiore era incassata nel tetto, con tutte le finestre di lato e un belvedere davanti, da cui si vedeva tutto. Giù c'era un lungo corridoio tutto unito arredato con vecchissimi mobili. Guardavo le sedie polverosissime e mi proponevo di buttar via i grem105

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