Il piccolo Hans - anno XX - n. 78 - estate 1993

cato a visitare la nonna in un paese del Friuli, un mio giovane paziente sognò il paesaggio del Vajont e ricordò che la cima montuosa gli era apparsa spaccata «come se fosse stata morsa dai denti di un gigante». E un altro che ha deciso di dedicarsi alla pittura sognò di due matite, una con la punta aguzza e l'altra con la punta smussata. A volte i pazienti in analisi nel raccontare un sogno disegnano col dito la stessa forma ondulata /Y"\ con cui i bambini disegnano il monte o la casetta col camino (e con cui Cézanne tracciava il profilo della montagna Sainte-Victoire). Abbiamo dunque a che fare con una configurazione che se a prima vista è duplice con riferimento ai due inizi della vita sessuale, a uno sguardo più attento si rivela triplice e il rinvio è a una teoria che ci appare quasi paradossale dei tre inizi della vita sessuale. La stessa cima ci appare come condivisa da senes e adulescens nei confronti di una più lontana paurosa vetta solitaria. Il fuoco che non brucia dell'eros senile tempera all'adolescente l'ardore intollerabile del confronto con il godimento del padre. Così la simpatia piena di compassione per la nonna materna ammalata fa esitare il mio paziente del Vajont davanti a una scelta perversa cui lo inducono le seduzioni materne e le provocazioni di un padre ottenebrato dall'avversione razzista per i meridionali e i «diversi». Sulla soglia di abbandonare sia la fidanzata del Sud che l'analisi, il giovane va a trovare la nonna al paese. La donna sta male. Ha delle allucinazioni «a sfondo sessuale». Ha dormito fuori una notte e si sentiva inseguita da un uomo che voleva farle del male. Le quattro figlie con varie scuse rifiutano di prendersene cura. E il nipote sogna di trovarsi presso di lei. Le fa toccare una vite davanti a casa, in particolare le fa toccare gli acini che sono un po' «passi». Poi vanno all'osteria dove ci sono le zie tutte truccate e pensa che forse anche loro hanno fatto le puttane. Ricorda improvvisamente un passaggio dimenticato del sogno. È (con la nonna?) su un balconcino che durante il terremoto rivelò di 103

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