Il piccolo Hans - anno XX - n. 77 - primavera 1993

alla esaltazione russoviana del buon selvaggio e alla critica della civiltà europea e oltre. Essendo postumo, il discorso era anche unilaterale: poiché là tra i selvaggi furono distrutte grandi civiltà, fu necessario distinguere- solo per nostro comodo - tra il «barbaro» e il «selvaggio nob_ ile, colmo di saggezza e d'umanità». Il mito di Atahualpa faceva al caso, come un rimorso conciliante: «Lo sciagurato Atahualpa era accarezzato in immaginazione come un Calas scettrato, e quindi più pittoresco e interessante. L'intenerimento era universale»41 • Intanto- per quel che c'è nelle relazioni e nelle cronache- il viaggio a ritroso nel tempo non avviene, se non per qualche impressione epidermica. Alcune tribù di Indios hanno aspetti primitivi, ma in generale la gente ha tratti «civili» e porta indumenti di lana e di cotone tessuti con grande perizia. Si continua a ripetere che le donne sono «molto oneste» e si ammirano le loro vesti e acconciature: portano sopra la veste certe cinture ben lavorate e infasciate o legate al diritto del ventre, e sopra questa veste portano un manto che le cuopre dalla testa fino a mezza gamba; a punto come un mantello da donne. (FX, 745) Si dice anche che nelle terre basse dell'interno abitano alcune tribù di cannibali - i Caribbi- provenienti dall'Amazzonia: ma il cannibalismo non è contemplato nell'età dell'oro e nel paradiso terrestre. Tutto qui: il resto del tempo risalito si copre coi segni e coi dogmi cristiani: gli Indios sono subito- e per natura- sudditi, devono obbedienza e servitù, se si rifiutano sono ribelli a sua Maestà di Spagna e infedeli da massacrare. Dov'è intanto l'essere puro, il paradiso terrestre? L'ambiguità delle nostre cronache non s'accorda con quella dibattuta nel «viaggio filosofico»: non si può dire - per quanto si apprezzi la semplicità di questa tipologia- che 79

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