Il piccolo Hans - anno XX - n. 77 - primavera 1993

que regolati dalla dinastia degli Inca, la quale provvedeva a distribuire la ricchezza a tutti i membri della comunità, in modo che ognuno ne potesse disporre - senza sentirsi proprietario di nulla - in misura delle proprie funzioni e del proprio rango. Questa forma di comunismo di Stato prevedeva anche che ogni nuova coppia di sposi avesse un'abitazione e una quantità di terreno da coltivare bastevole al suo mantenimento, e da aumentare, in proporzione, alla nascita di ogni figlio; come assicurava, con la sua accurata ed efficiente distribuzione dei prodotti e delle «cose che nascono», il necessario per vivere anche agli invalidi, i quali, nelle loro case di pietra o di terra, allineate con le altre nelle vie «molto diritte» della città, non potevano sentirsi - come del resto tutti gli altri sudditi del grande Inca - né poveri né ricchi. C'è da giurare che a nessuno di quei conquistatori passò per la mente di dedicare qualche attenzione a questi aspetti del mondo inca; fin l'impianto e la scrittura delle relazioni e dei documenti di quell'impresa escludono questo genere d'interesse per l'«altro». « Viaggio filosofico» Il viaggio rinascimentale, si dice, è un viaggio filosofico39. E consisterebbe principalmente in questo: il movimento spaziale diviene movimento temporale a ritroso verso le origini, il primitivo, l'età dell'oro, il paradiso terrestre. Secondo E. Leed, il Rinascimento stabilì «un rapporto di corrispondenza tra gli indiani d'America e gli antichi», così che «i luoghi e i popoli lontani nello spazio vennero fatti corrispondere a quelli lontani nel tempo»40. La scoperta dell'America e le navigazioni e i viaggi della conquista furono dunque un ritorno ai tempi remoti. Ma se si pensa alla conquista, questo (forse anche secondo Leed) è un discorso postumo: un viaggio mentale che la sostituisce. Il discorso si prolungò nei secoli, fino 78

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