Il piccolo Hans - anno XX - n. 77 - primavera 1993

fu permesso giamai poter smontare, ma gli uccisero sopra i cavalli. Gli altri combatterono a piedi valentissimamente, ma al fin, non essendo veduti da compagni che gli avessero potuto dar soccorso, vi rimasero[...]. Piacque a Dio Signor nostro che gli Spagnuoli presero un piano che era in quella montagna, e gl'Indiani si ridussero ad un poggio vicino a loro. (PSH, 823-824) Ritorno a Jauja: Parte il governatore col cacique [di Cuzco] per Xauxa, perché la gente di guerra di Guito[Quito, la provincia originaria dell'impero di Atahualpa], dopo che fu rotta[...] dal capitan del Cusco, s'era ritirata e fortificata 40 leghe lungi da Xauxa, nel cammino di Caxamalca, in un mal passo in mezzo della strada, e avevano fatto le lor serrate per impedir il passo a' cavalli... (PSH, 840) In queste condizioni non abbandonano mai un istante la ricercà del tesoro. L'avidità che li spinge avanti è speciale ed esclusiva, proprio come un'ossessione: non lasciavano indietro neppure una scheggia dei metalli preziosi, ma quando «guadagnavano pietre di smeraldi» (ce n'erano molte), «non stimandole di valore alcuno», le cambiavano con gl'Indiani che si facevano avvicinare, e quelli «davano loro all'incontro veste e altre cose» (CS, 719). Quando si sentirono ben attestati in Cuzco, cominciaro- . no il saccheggio della città, senza trascurare nulla, neppure gli angoli più riposti delle case private. L'ossessione si manifesta per segni indubitabili, direi anzi che si mette in scena, nel calcolo che i conquistatori fanno ogni volta della raccolta (puntualmente distinguendo l'oro puro e meno puro, l'argento buono e quello «in verghe e pezzi mischiati con altri metalli») e della fusione. Trascrivo, per tutti gli altri, il calcolo che fecero in Cuzco: 73

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