Il piccolo Hans - anno XX - n. 77 - primavera 1993

E fu pesata la somma di tutto, e fu trovato 500 e ottantamila e 200 e tanti pesi di buon oro; si cavò il quinto di S. M. [ ...] E dell'argento fu fatta la medesima fondazione, e pesato insieme si trovò essere 215 mila marchi, poco più o meno, del quale 170 mila e tanti era d'argento buono in vasi e verghe bianche e nette, e il resto non era così [...]. Veramente era cosa degna da vedere questa casa dove si fondeva, piena di tanto oro in verghe di dieci e d'otto libre l'una, e in vasi e pignatte e pezzi di diverse sorti, con che si servivano quelli signori. Qualcosa in Cuzco lasciarono intatto, certo per la fascinazione dell'oro puro: 10 o 12 statue di donne, della grandezza delle donne di quel paese, tutte d'oro fino, così belle e ben fatte come se fossero vive. Per una diversa fascinazione gli Indios le credevano vive veramente quelle statue, che stavano nel Corichanca, tempio del Sole di Cuzco, e le vestivano di finissime e belle vesti e l'adoravano come loro iddie, a' quali davano da mangiare, e parlavano con esso loro come se fossero state donne carnali. Ma l'ammirazione degli Spagnoli si tradusse automaticamente nella stima del valore materiale di quelle dee, che furono date nel quinto che toccava a S. M. (PSH, 838-839) Ricordo però una pagina della Relazione sulla Nuova Castiglia in cui la città di Cuzco, quasi per incanto, appare com'era prima della devastazione. È posta questa città nell'alto di una montagna, e 74

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==