Il piccolo Hans - anno XX - n. 77 - primavera 1993

alla sua presenza con tutte le insegne e il fasto del proprio potere divino, soprattutto doveva mostrargli le fronte cinta dalla treccia di lana di vari colori e con le frange d'oro, la quale significava che egli era «signor del tutto» e vinceva «tutti con pace e con guerra»: Entrò l'avanguardia nella piazza: e veniva prima uno squadrone d'Indiani vestiti con una livrea di colori a modo di scacchi, e questi venivano togliendo le pagliuche di terra e scopando le strade. Venivano appresso tre altre squadre vestite d'un' altra maniera, e tutti cantando e ballando, e tosto appresso seguiva molta gente, con armature, patene e corone d'oro e d'argento: e fra questi veniva Atabalipa, in una lettiera o lettica foderata di piume di pappagalli di molti colori e guarnita di piastre d'oro e d'argento, e lo portavano molti Indiani alto sopra le spalle; e dietro a questa venivano due altre lettiche, nelle quali due altre persone principali venivano, e appresso venivan molte genti in squadroni con corone d'oro e d'argento. [...] Giunto Atabalipa nel mezzo della piazza, fece stare saldi e quieti tutti e fermare le lettiche, ma non cessavano già d'entrare nella piazza del continuo genti. (FX, 750) La descrizione della scena imponente è scandita da una nota di sbigottimento: una nota regolare che distingue le figure e goverria il movimento di quell'interminabile corteo: veniva, venivano, venivano appresso, seguiva molte gente, veniva Atabalipa, e dietro... venivano, venivan molte altre genti in squadroni, non cessavano d'entrare nella piazza del continuo. Allora un frate di S. Domenico, Vicente de Valverde, cappellano degli Spagnoli, «si mosse con una croce da una mano e con la Bibbia dall'altra», ed entrò «fra quelle genti»; quando fu vicino ad Atahualpa gli mise la Bibbia in mano. Questi (gli Inca non conoscevano la scrittura) cercò di aprire il libro e, poiché non indovinava, il frate 62

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