Il piccolo Hans - anno XX - n. 77 - primavera 1993

Atabalipa cacique manda ambasciatore al Pizarro con un presente, e gli fa a sapere essere suo amico, con desiderio di vederlo in Caxamalca. (FX, 732) Bisognava raggiungere attraverso le montagne la valle del fiume Jequetepeque: Cajamarca, città-fortezza, era là, ai margini di un vasto altopiano. Nell'avvicinarsi, gli uomini di Pizarro si sentivano più pellegrini che guerrieri: Avanti l'ora del vespro arrivammo a vista della terra, che è molto grande, e trovammo molti pa­ �tori e beccari del campo d'Atabalipa. (CS, 683) Ma l'Inca non si fece vedere: bisognava proseguire ed entrare nella città. È l'Inca nascosto a condurre quella marcia-pellegrinaggio. Giunse il governatore in questa città ad ora di vespero, a' quindeci di novembre nel 1532. (FX, 743) Gli Spagnoli trovarono la città completamente vuota. Il capitano Crist6bal de Mena o Medina28 ebbe modo di contemplarla, anzi di perlustrarla attentamente, perché poi la descrisse con sincera ammirazione: Questa terra Caxamalca è la principale di questo luogo, posta a piè d'una montagna, in una valle circundata da colline [...]. Passangli appresso duoi bellissimi fiumi, sopra ciascuno de' quali è un ponte, per il quale s'entra nella città per due porte; ma da una banda, avanti che s'entri nella terra, è un gran palazzo circundato da muri ad uso di tempio, nella corte del quale, ch'è grande, sono piantati varii arbori, li quali fanno ombra: e questo palazzo dicono esser la casa del sole, quale adorano, nella quale quando entrano si scalzano, e simile a questa se ne trovano quasi avanti a ciascuna terra grande. Ma dentro alla terra sono cir59

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