Il piccolo Hans - anno XX - n. 77 - primavera 1993

delle relazioni e delle cronache che distanziano, nel volume delle Navigazioni, i fatti di Città del Messico (allora chiamata Tenochtitlan) da quelli della fortezza di Cajamarca (nei nostri documenti Caxamalca). Queste due morti, che si richiamano per le circostanze e il modo, racchiudono il segreto della fine degli Aztechi e degli Inca, di cui Moctezuma e Atahualpa furono i sovrani, certo gli ultimi veri sovrani. L'affinità di queste morti sembra compendiare le ragioni e la trama della rapida, catastrofica fine di due nazioni e civiltà. Le testimonianze non sono concordi: forse Moctezuma fu finito a colpi di spada dagli Spagnoli dopo essere stato abbattuto con una pietra da un suo vassallo; forse non fu neppure necessario quel colpo di pietra. Uno storico indigeno riferisce le voci dei vinti: Cortés incitava il re azteco a placare i suoi guerrieri che volevano dar battaglia agli Spagnoli; «Moctezuma, vedendo la ferma decisione dei suoi vassalli, salì in cima al palazzo e li subissò di rimproveri; al che essi lo maltrattarono a parole tacciandolo di codardo e nemico della patria, al punto che - si dice - uno di loro gli tirò una pietra per la quale morì; i suoi vassalli dicono, però, che furono gli spagnoli stessi ad abbatterlo con un colpo di spada al basso ventre»21 • Quello che è certo è che Moctezuma non cercò mai di far guerra a quegli esseri arrivati dall'ignoto attraverso il mare su grandi castelli. I suoi informatori gli descrivevano l'aspetto misterioso di quegli uomini (se erano uomini): avevano il volto ricoperto dalla barba, come da una maschera, indossavano tuniche di ferro e impugnavano spade d'acciaio (materiali sconosciuti agli Aztechi); avevano anche armi che sputavano fuoco con grande fragore (archibugi e cannoni), e montavano animali mai visti: i cavalli stupendi e spàventosi. Gli era anche stato detto che quegli esseri strani che invadevano i suoi domini erano pochi: a contarli tutti - uomini e animali - qualche 54

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