Il piccolo Hans - anno XX - n. 77 - primavera 1993

assorbito le lingue della Conquista, e ne lascia emergere talora le parole e le frasi, vive e articolate come nel momento in cui furono proferite, tanto che hanno un suono autentico anche nella scialba cadenza e nelle forme cautelose e reticenti (quando non menzognere) delle relazioni ufficiali alle autorità. Leggeremo i racconti dell'esplorazione e della conquista del Perù in questa lingua, che riveste come una forma connaturale la lingua dei conquistatori, e in un certo senso la rivela. Ma nella trasmigrazione da volgare a volgare di racconti e documenti di viaggi e navigazioni (fuori del sistema del Ramusio, questo stesso materiale fu tradotto in molte altre lingue europee) c'è già il segno dell'assoggettamento di quel popolo, e dell'annessione: il primo segno, ed è come una pacifica involontaria consacrazione dell'impresa. Un altro orizzonte Indico alcuni documenti in cui seguiremo la traccia della conquista della terra degli Inca, cui si legò nella fantasia di molte generazioni di Europei il mito ambiguo di Eldorado: Relazione d'un capitano spagnuolo della conquista del Peru, La conquista del Peru e provincia del Cusco scritta da Francisco di Xerez, Relazione per sua Maestà di quel che nellaNuova Castiglia è successo20 • Sono i primi documenti - vergati, si può dire, quando le operazioni erano ancora in corso, o appena ultimate - della conquista più ricca - misurata naturalmente in oro e argento - compiuta nel Nuovo Mondo. Ma non mi decido a seguire il loro ordine, perché non riesco a separare la visione della morte dell'Inca Atahualpa dal fantasma dell'azteco Moctezuma assediato dagli uomini di Cortés e lapidato dai suoi, malgrado il divario dei tempi e il cumulo 53

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