che si racconta nelle lingue sue proprie, le lingue moderne europee, di cui si percepiscono voci e ritmi in buon numero nella versione in una lingua affine, nel nostro volgare. Ci si chiede perché il Ramusio componesse la sua grande opera in volgare, mentre i suoi maestri e amici, il Fracastoro e persino il Bembo, autore delle Prose della volgar lingua, usavano la lingua latina nel trattare di scienza e di storia; e si spiega la scelta attribuendo all'autore di Navigazioni e viaggi la persuasione, consapevole o meno, che «una nuova epoca richiede un nuovo sapere, e lo trasmette a un pubblico nuovo con un nuovo linguaggio»19 • È una spiegazione tanto generica da passare come plausibile; ma non la trovo pertinente. Voglio dire che non si applica ai fatti e alla situazione, e dunque spiega poco. Navigazioni e viaggi non sta sulla linea culturale che va dal modello del Principe del Machiavelli attraverso le Prose della volgar lingua al modello del Dialogo dei massimi sistemi del Galilei. Quasi tutti i testi trattati dal Ramusio - quelli antichi e quelli moderni - sono scritti nella lingua degli uomini che parteciparono alle avventure narrate; i più sono scritti da protagonisti o testimoni di quelle avventure; le imprese dei conquistatori moderni sono narrate nella lingua dei conquistatori. Solo questa lingua, non letteraria, non studiata, ma parlata, urlata, anche bestemmiata, mentre l'avventura si svolgeva, e spesso scambiata vanamente, o per ingannare, per tendere una trappola, per tradire, con la lingua dell'altro, solo questa lingua usata, vissuta nella scoperta, nella conquista, può riferire le cose come sono state viste, i fatti come sono accaduti. Il volgare italiano usato dal Ramusio aderisce in qualche modo al contenuto dei documenti, alla sostanza delle cose vere e a quella delle menzogne che vi sono inserite; mentre il latino umanistico risulterebbe una gelida parodia delle une e delle altre. La lingua volgare moderna di Navigazioni e viaggi ha 52
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