via; il terzo (pubblicato nel 1556) «è dedicato completamente al Nuovo Mondo» e nei progetti del Ramusio e del suo editore, il Giunti, doveva essere completato da un quarto volume. Ma il racconto della circumnavigazione fatto dal Pigafetta e quel «filo sottile» che stringe tutto il globo si trovano nel primo11 • In virtù di questo disegno che coniuga l'ordine spaziale con quello temporale, quel «passaggio», quel «mutamento» d'immagine, si vede in ogni volume, per ogni distinta parte della terra, e si può seguire momento per momento (se posso dare questo nome a misure storiche). L'unità del disegno è assicurata anche dalla traccia storica: l'ordine del mondo cambia, ma le conoscenze degli antichi vengono continuamente richiamate e confrontate con le scoperte dei moderni. Il «metodo» del Ramusio - come è stato osservato12 -è lo stesso di quello di «un altro ancien élève dell'università di Padova», Niccolò Copernico, che in quegli stessi anni pubblica «una nuova interpretazione della struttura dell'universo», nella quale «i dati della scienza antica e moderna (le osservazioni astronomiche, in questo caso) si inseriscono senza le difficoltà che l'antico schema opponeva»13 . Il Ramusio, nel rappresentare la nuova struttura della terra, corregge sì gli antichi, ma «quanto più modestamente possibile»14, quel tanto che basta perché le loro nozioni entrino appunto «senza difficoltà» nel nuovo schema. Così a comporre il nuovo quadro delle terre e dei mari concorrono Annone e Nearco come «un capitano portoghese o un viaggiatore arabo»15 , e il primo tratto dell'unificazione del mondo è espressione della civiltà umanistica, per la quale ci si compiace di dimostrare come certe osservazioni di Plinio «si vadino conformando con le carte e con le navigazioni de' tempi presenti»16 • Proprio per queste ragioni il vecchio schema deve essere lacerato: il Ramusio delinea la nuova immagine della terra con lo stesso tratto deciso con cui Copernico compo49
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==