De Novo Orbe Decades di Pietro Martire d'Anghiera e del Sumario de la natural y genera! historia de las Indias di Gonzalo Fernandez de Oviedo3 • Forse il Ramusio, in quell'occasione, fece anche qualche calcolo economico: non è da escludere che mirasse a realizzare un buon guadagno. Trattava materiali ricercati da un pubblico quanto mai vario e in continua crescita, soprattutto a partire da una data memorabile quanto quella colombiana del 12 ottobre 1492, a partire cioè dal 6 settembre 1522, giorno in cui diciotto superstiti della spedizione di Magellano erano sbarcati a Sanlucar, in Spagna, dopo aver circumnavigato il globo, che dai loro racconti risultava molto più vasto di quanto si pensasse. Racconti di sopravvissuti, un po' esaltati nel ricordare l'immensità di quell'oceano, il Pacifico, come lo chiamò il condottiero, prima di smarrirsi su rotte irripetibili e di incontrare la morte proprio laggiù, in un combattimento con gli indigeni di una piccola isola dell'arcipelago che sarebbe stato chiamato delle Filippine. Ma sono racconti autentici quanto l'eccitazione (non parlerei di «trionfalismo epico»4) con cui sono scritti, e sorprendono (specie quelli del vicentino Antonio Pigafetta) anche per le osservazioni accurate e quasi esatte che contengono sulle terre e i mari esplorati, e che la scrittura volgare mescola, come soggetti di popolana curiosità, alla materia delle terribili traversie, dei pericoli mortali, del naufragio della piccola flotta (della quale la nave «Victoria» approdata a Sanlucar era non più che un relitto). Su questa traccia redditizia le relazioni di viaggio si moltiplicavano: se ne stampavano in tutta Europa, e si può dire che andassero a ruba. Molte di queste relazioni erano romanzesche, se non inventate di sana pianta; ma l'idea che il mondo non era più quello, che il suo ordine era sconvolto e al di là dei vecchi confini c'erano spazi immensi da percorrere, terre e mari infiniti da scoprire, autorizzava la curiosità dei lettori a prendere per buono 45
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