Il piccolo Hans - anno XX - n. 77 - primavera 1993

dell'antico Messico e tra gli Inca. Su questa pratica e sul suo significato terapeutico nel mondo primitivo v. Henri F. Ellenberger, La scoperta dell'inconscio, Torino, Boringhieri, 1972, pp. 24-27. 24 «Perché quando si esercitano alla lotta, come i Greci antichi, son nudi tutti, maschi e femmine, li mastri conoscono chi è impotente o no ,al coito, e quali membra con quali si confanno. E così, sendo ben lavati, si donano al coito ogni tre sere; e non accoppiano se non le femmine grandi e belle alli grandi e virtuosi, e le grasse a' macri, e le macre alli grassi, per far temperie» (T. Campanella, op. cit., p. 46). 25 Ibid., p. 58. 26 Ibid., p. 56. 27 Ibid., pp. 64-65. Su questi aspetti si può vedere A. Stephens, The Sun State and its Shadow, in E. Kamenka, Utopias, Melbourne, Oxford UP, 1987, pp. 1-19. Sulla pena di morte nelle culture primitive e nella cultura cristiana v. R. Girard, Culture primitive, giudaismo, cristianesimo, in AA.W., La pena di morte nel mondo, a cura di P.C. Bori, Casale Monferrato, Marietti, 1983, pp. 75-86. 28 Norberto Bobbio ha scritto che il Campanella nelle opere successiv· e alla Città del sole si indusse «a farsi rivendicatore del primato spirituale e politico del pontefice, propugnatore di una società universale posta sotto l'egida del papa, assertore implacabile della lotta contro l'eresia e fautore del missionarismo, e a conquistarsi nella storia del pensiero civile un posto tra gli scrittori della Controriforma» (Cfr. Bobbio, op cit., p. 33). In realtà, da questo punto di vista, come si è visto, esiste una continuità tra la Città del sole e le altre opere campanelliane. Su questo punto si veda Rodolfo De Mattei, Note sul pensiero politico di T . Campanella, in Campanella e Vico ai Lincei, a cura di A. Guzzo, Torino, Edizioni di filosofia, 1968, pp. 67-92. De Mattei scrive che Campanella si impegna in modo spasmodico «a non lasciare librata la Città del sole nella spregiudicata sfera della gratuita immaginazione, ma anzi a volerla agganciata ai maggiori supporti teorici e pratici[...] La Città del sole, dunque, nell'intendimento del Campanella è un'appendice di pensiero politico, un'aggiunta: che pure stando a sé, non scuote né contraddice altri suoi presupposti dottrinali» (ibid., p. 78). 29 Sugli aspetti magici del pensiero del Campanella e sull'impor0 tanza che in questo ambito viene ad assumere la teoria delle influenze celesti, v. N. Badaloni, La religione magica, in Tommaso Campanella, Milano, Feltrinelli, 1965, pp. 254-339. Badaloni scrive che il pensiero campanelliano si presenta come «una testimonianza in se stessa impotente di un momento storico decisivo in cui scienza e religione, tecnica e giustizia sociale cercano attraverso il magismo un loro estremo punto di incontro» (ibid., p. 347). A questo proposito si può ricordare anche che nella città del Sole esiste una visione enciclopedica del sapere in cui l'astrologia e l'astrono40

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