Il piccolo Hans - anno XX - n. 77 - primavera 1993

gli divorasse durante il giorno il fegato simbolo della divinazione che gli ricresceva poi durante la notte. A questa cecità della profezia umana alludeva in qualche modo anche Campanella nelle poesie scritte in carcere in cui si paragonava a Prometeo. Ma a differenza di quanto avveniva nel mito greco, il Prometeo moderno, come si vedrà più chiaramente nell'opera di Goethe e nella mitologia dello Sturm undDrang, non accetta la sconfitta, non tanto perché attende la liberazione da parte di Eracle, ma perché sente dentro di sé il principio divino. Sarà il marxismo poi a sottolineare nuovamente come quel sogno divinatorio concesso a Prometeo durante la notte sia il «sogno di una cosa». In questo ambito rimane estremamente significativa la nozione di «illuminazione anticipatoria» introdotta da Ernst Bloch, il quale attribuisce all'arte e alla poesia in genere la capacità di esprimere i bisogni umani essenziali, che non trovano la possibilità di arrivare ad una condizione di consapevolezza nella dimensione attuale della vita sociale e politica34 . Da questo punto di vista non è la verità a impoverire l'immaginazione, neppure di fronte ad una continua rivoluzione scientifica e tecnologica, perché la verità di cui parlano l'arte e la poesia sono la dimostrazione di tendenze e di una latenza che non hanno ancora raggiunto il livello conscio, non il programma di azione di una nuova società. In questo senso l'arte e la poesia in generale mantengono una funzione utopica che non si esaurisce nelle restrizioni del genere utopico che si è affermato nel XVI secolo. La poesia creativa non si riduce alla elabor-azione di illusioni, né a produrre autocompiacimento e soddisfazione nell'artista. Al contrario ogni grande scrittore vuole essere come Faust e investire la realtà con domande e bisogni radicali. Massimo Lollini 36

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