Il piccolo Hans - anno XX - n. 77 - primavera 1993

gine punta ad una cancellazione del mito, ma poi si riduce al tentativo di creazione di un nuovo mito e di trasformazione di quello antico. Nonostante quello che ne pensava Campanella nel mito esiste un nucleo di verità che appare intraducibile nel linguaggio della storia e rimane invisibile in essa32 • Da questo punto di vista anche la «poetica del piacere» deve poi fare i conti con la dimensione del futuro, intendendo per futuro il «non ancora consapevole» di cui parla Ernst Bloch e che può applicarsi anche a ciò che nel passato non ha trovato ancora espressione coerente e piena. Solo tenendo aperta la porta a ciò che non è ancora, l'uomo può avere una qualche nozione di ciò che è realmente buono per lui. E solo se si considera anche il futuro oltre al presente, spiega Socrate a Protagora, ci si accorge di come effettivamente il buono venga a coincidere con il piacevole33 . Tutto questo, tradotto nel linguaggio moderno dell'utopia, passato attraverso il millenarismo cristiano, significa che il problema etico-politico deve saper esprimere un'implicazione escatologica se intende rispondere alla domanda di senso che viene dalla storia, anche se poi quell'implicazione utopica è destinata a essere continuamente messa alla prova dallo stesso sviluppo storico. Non si tratta semplicemente di muoversi in un ambito mitologico, puntando alla creazione di nuovi miti. Si tratta invece, più in generale, di riconoscere una persistente vitalità a quella che Vico chiamava «sapienza poetica». A questo proposito occorre ricordare che ciò che realmente preoccupava gli dei non era tanto il furto del fuoco e della sapienza tecnica ad opera di Prometeo, ma la sua capacità di prevedere il futuro, testimoniata dal suo stesso nome che significa appunto il «preveggente» il «provvido». E la punizione divina che lo colpì fu proprio quella di essere incatenato a una dura roccia del Caucaso dovendo sopportare che un'aquila, questo antico simbolo del potere, 35

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