Il piccolo Hans - anno XX - n. 77 - primavera 1993

tolineando che l'utopia del Campanella nasce dalla convinzione dell'esistenza di una giustizia eterna e universale, la legge naturale e divina del Bene. Questa convinzione di per sé non può rendere l'utopia di Campanella più matura della città ideale che si sviluppa nell'umanesimo civile di un Leonardo Bruni; né può essere assunta come modello etico, magari da contrapporre alla cosiddetta «immoralità» del Machiavelli30 • Essa, al contrario, appare vicina all'utopia quattrocentesca da una parte e al discorso politico controriformistico dall'altra, proprio perché in essa troviamo la rivelazione di quelli che sono i limiti soggettivi della polis ideale, che sono poi i limiti impliciti in ogni approccio che non sa o non vuole fare i conti con l'ambiguità del discorso politico. 4. I fantasmi e l'illuminazione anticipatoria Come si è visto, l'immaginario utopico si contrappone all'immaginario mitologico, puntando a una dimensione spazio-temporale inconcepibile nei termini del mito. Da questo punto di vista si potrebbe affermare che questo tipo di immaginario determina una certa sterilizzazione dell'immaginazione in quanto l'utopista non vive in una dimensione autentica di sogno, ma pensa a una realtà da costruire, i suoi fantasmi sono continuamente resi coestensivi all'ordine della storia. In questo modo, paradossalmente l'utopia che dovrebbe rappresentare il trionfo dell'immaginazione finisce al contrario per determinarne una crisi. Ma da questa crisi dell'immaginario non si esce semplicemente riproponendo una lettura mitica e poetica del mondo, la cosiddetta «poetica del desiderio» da contrapporre alla «politica del desiderio»31 . Innanzitutto perché il mondo dell'utopia non si contrappone in maniera globale al mito pur distaccandosene profondamente, lo si è visto anche a proposito di Campanella che rappresenta un tentativo interessante di demitizzazione che in ori34

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