Il piccolo Hans - anno XX - n. 77 - primavera 1993

ereditate dall'umanesimo, nello stato utopico la dimensione politica viene esaurita nell'approccio morale e filosofico ai problemi, e in questo modo finisce per tradursi in una riproposizione di quel mito che si intendeva abolire. La sopravvivenza di una tendenza mitologica nell'utopia moderna di Campanella oltre che dalla stessa riproposizione della simbologia solare, risulta evidente per il ricorso all'immagine paradisiaca20 . Infatti, nell'opera intitolata Monarchia Messiae egli sostiene che la monarchia universale retta da un sovrano cristiano si pone nell'orizzonte ultimo della storia e finirà per restaurare la perfezione originaria dell'umanità paradisiaca. Si tratta come si vede di un ragionamento circolare che fa coincidere la dimensione del futuro con quella delle origini. Del resto nel libro ventisettesimo della sua Theologia Campanella identifica la visione retrospettiva dei «Saturnia regna» con la narrazione biblica del Paradiso terrestre. Il sole di cui parla Campanella non è dunque quello stesso di cui parla Galileo, ma rimane un simbolo poetico di una nuova era che si ritiene avviata dalle scoperte geografiche e dall'affermarsi di una nuova verità scientifica. È proprio questo aspetto poetico che trasforma il progetto di Campanella in un prodotto spurio, in cui l'immaginazione si intreccia e si confonde con una tendenza normativa rivolta al reale, senza tuttavia approdare a una meditata proposta politica21 • Non è un caso che per i contemporanei la Città del sole fosse soprattutto un'opera d'immaginazione lontana dai testi che entravano nel vivo dei problemi e dei dibattiti del tempo. L'opera ebbe un grande successo, ma veniva letta soprattutto per il diletto letterario, non tanto per l'interesse filosofico e pratico. 3. I fili dell'immaginazione D'altro canto rimane vero che tutto il «dialogo poetico», in maniera contraddittoria, appare fortemente con30

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