che scrive, è certo. Così Allen Ginsberg, tra i rari poeti consapevoli del processo mentale e fisico seguito nello scrivere: «La sensazione iniziale - afferma - è come un impulso che nasce dentro: come, diciamo, gli impulsi sessuali; è quasi altrettanto precisa». Scrittura e masturbazione: due pratiche solitarie, paniche, che mettono in contatto con una specie di irrealtà animata, il pas de deux di fattori razionali e irrazionali implicati nella composizione, limite supremo della creatività formale e concettuale, quando l'artista cerca di ricusare l'atto primordiale della divisione dei sessi, inseguendo una unità (quella del testo, della poesia o del senso) che intanto va continuamente disfacendosi ... Scrivere significa rifiuto del mondo, costruzione ludica di "non realtà" o di "contro-realtà": poesia, romanzo, saggio, composizione musicale, pensiero matematico, speculazione metafisica. All'inizio, sul versante autobiografico e sovrano dell'esperienza, c'è !'in-abitare fisiologico, c'è una fisicità e un realismo cogente. Talvolta lo sperma sale, e nello stesso tempo sale la scrittura. Sessualità che deriva in una corrente più ampia, e si scioglie in versi, in inchiostri che sbiadiscono col tempo. Esperienza scrittoria di un corpo desiderante, che mostra una parentela - che non è soltanto metaforica - con l'effusione erotica, l'orgasmo. Singolare «affinità elettiva» tra scrittura, estasi e orgasmo, rapporto di risonanza, non una connessione causale stretta. «Pratiche solitarie»: una bella ed antica espressione impiegata per l'onanista, ma vividamente applicabile a quell'acrobata del senso che è lo scrittore, tessitore del contrappunto alla frontiera aperta tra l'anima e il corpo. Inizialmente, dunque, angoscia scrittoria sepolta nel sistema nervoso. Ci si sente a pezzi, in pezzi (come lo sciamano nella fase iniziatica dello smembramento). Difficoltà di percepire l'impulso, poi ascolto di un tumulto che sale, di un ronzio, di un ritmo (come nei riti di possessio178
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