Il piccolo Hans - anno XX - n. 77 - primavera 1993

Avevo la sensazione che se ci avessero lasciati a riva in un isola deserta, prima o poi avremmo esaurito le nostre possibilità di conversazione. Non avremmo fatto scintille all'infinito. Il nocciolo della questione è che a me piacciono quelli che possono anche dispiacermi, o perlomeno con cui posso litigare. Ma Brooke non poteva dispiacere. Né si poteva litigare con un uomo supremamente soddisfatto (p. 355). L'unica forma di soddisfazione che Douglas approva è quella che trae origine dalla curiosità. Il modello è ancora il conte Campo Alegre: «uomo di curiosità sconfinata e di sconfinata tolleranza, quella tolleranza che discende dalla curiosità soddisfatta e che non può discendere da nient'altro». La «suprema soddisfazione» di Rupert Brooke non ha niente a che fare con la curiosità soddisfatta di Campo Alegre. Come conferma il ritratto di Rupert Brooke che Douglas, con la penna intinta nel veleno, traccia in Looking Back: La sua visuale era limitata, e non direi che la sua carica affettiva all'epoca fosse gran che. Era una cara, trasparente, socievole creatura, il cui atteggiamento mi ricordava un cucciolo di Terranova quando entra in una stanza per la prima volta e si mette ad annusare tutti quegli oggetti sconosciuti, scodinzolando deliziato. Questo atteggiamento, un misto di meraviglia e di muto stupore, è completamente estraneo a Norman Douglas. A tenere insieme i fili della sua vita e della sua autobiografia, c'è un collante potentissimo, capace di imprimersi come un marchio su «qualunque cosa possedesse o dicesse». Edith Wharton preferisce muoversi su un campo più sicuro, selezionando le cose da fare e le persone da frequentare tra quelle più simili a lei. Disinteressata a mettere la sua impronta su altre cose che non fossero i ro168

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